MORGAN ASSOLTO CON FORMULA PIENA DAL REATO DI DIFFAMAZIONE (SAN REMO 2020)

Assoluzione di Morgan dall’accusa di diffamazione aggravata contro Bugo: un caso emblematico

Il Tribunale di Imperia ha assolto Marco Castoldi, noto al pubblico come Morgan, dall’accusa di diffamazione aggravata nei confronti di Cristian Bugatti, meglio conosciuto come Bugo. L’episodio contestato risale al Festival di Sanremo 2020, quando, durante una performance live, Morgan modificò il testo della canzone in gara, “Sincero”, scatenando una reazione immediata da parte di Bugo e provocando la squalifica della coppia dalla competizione.

Secondo il giudice monocratico, “il fatto non sussiste”, annullando così l’accusa di diffamazione presentata da Bugo. Quest’ultimo si era sentito diffamato dall’azione di Morgan che, durante l’esibizione, alterò il testo del brano con versi considerati offensivi: “Le brutte intenzioni, la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera, la tua ingratitudine, la tua arroganza, fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa […] ma tu sai solo coltivare invidia, ringrazia il cielo se sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro e questo sono io“.

L’alterco tra Morgan e Bugo scoppiò dietro le quinte del Festival e culminò sul palco dell’Ariston. L’episodio è diventato rapidamente virale, divenendo uno dei video più visti dell’anno in Italia e uno dei momenti più iconici del Festival di Sanremo. La scena vide Bugo abbandonare il palco dopo essersi accorto della modifica del testo, mentre Morgan, fingendo stupore, lo seguì dietro le quinte, lasciando il palco vuoto. Fiorello, co-conduttore della serata, intervenne in diretta per stemperare la tensione e supportare Amadeus, il presentatore principale.

Diffamazione nel Codice Penale Italiano

In Italia, il reato di diffamazione è disciplinato dall’articolo 595 del Codice Penale. La diffamazione consiste nell’offendere la reputazione altrui comunicando con più persone, e può essere aggravata se commessa con l’attribuzione di un fatto determinato, o attraverso mezzi di pubblicità come la stampa o il web.

Recentemente, il reato di diffamazione ha subito modifiche normative per adattarsi all’evoluzione dei mezzi di comunicazione. La riforma ha introdotto pene più severe per le offese diffuse tramite internet, riconoscendo l’impatto potenzialmente devastante di tali mezzi sulla reputazione delle persone. La legge ora prevede una pena detentiva fino a tre anni e una multa, con circostanze aggravanti per chi utilizza piattaforme digitali per perpetrare il reato.

L’assoluzione di Morgan mette in luce le sfide nell’applicazione della legge sulla diffamazione in contesti artistici e di spettacolo, dove la libertà di espressione e la satira si intrecciano spesso con il rispetto della reputazione individuale. Questo caso rappresenta un precedente significativo per future controversie simili, evidenziando l’importanza di un equilibrio tra tutela della dignità personale e libertà artistica.

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